Denali National Park

Dal mio Diario di viaggio - Alaska, agosto/settembre 2017

Ho aperto la tenda e ho guardato fuori: nuvole piuttosto basse coprivano le cime delle montagne tutto intorno, il ghiacciaio alle nostre spalle era ancora li, con tutti gli scricchiolii e i tonfi dell’altra notte pensavo davvero che fosse crollato tutto. Un grosso grizzly a qualche centinaio di metri faceva colazione tra i cespugli. Era il nostro terzo giorno all’interno del parco nazionale del Denali: 24.280 km² di “pure pristine wilderness”, niente sentieri qui, nessuna traccia del passaggio dell’uomo, nessuna indicazione del tipo: “Monte Denali da quella parte, 3 giorni”, solo una mappa e un buon senso di orientamento. Dopo aver fatto colazione e impacchettato la tenda ci siamo diretti verso un’ altra valle. Qualche centinaio di metri e ci siamo dovuti fermare per non disturbare un altro orso. Avremmo dovuto prendere la sua stessa direzione ma, per evitare di trovarcelo davanti di nuovo, abbiamo deciso di allungare un po’, evitando cosi il greto del fiume che volevamo seguire: tra gli arbusti sarebbe stato più difficile individuare altri orsi, procedendo invece nelle distese di mirtilli sarebbero stati visibili e avremmo potuto ammirarli senza problemi e a debita distanza.

Mount McKinley o Denali (“The High One“) - 23 agosto 2017 dalla nostra tenda

Aveva finalmente smesso di piovere; ci trovavamo su un altopiano, le nuvole si stavano aprendo lasciando spazio a qualche raggio di sole, la nebbia della mattina era completamente sparita e da lassù potevamo vedere dove ci stavamo dirigendo. D’un tratto scorgemmo qualcosa su un crinale più basso, a qualche centinaio di metri davanti a noi; tirato fuori il binocolo ho iniziato ad osservare: 2 bellissimi caribù brucavano indisturbati, mamma e figlio. Ci trovavamo in un’ottima posizione, e per di più controvento, per osservarli senza impaurirli e farli scappare. Per una buona mezzora siamo stati seduti li, senza fare rumore, ammirando questi splendidi esemplari cibarsi e giocare tra loro.

La condivisione del territorio con chi ci vive è un’emozione forte che porterò sempre con me: quel giorno quegli orsi e quei caribù hanno vissuto la loro vita indisturbati e noi abbiamo vissuto la nostra e per quei momenti in cui ci siamo incontrati, l’abbiamo condivisa. Un’emozione e un senso di consapevolezza ed appartenenza al mondo naturale senza eguali.

 

Inspirata da quel fantastico incontro e da quei luoghi selvaggi, Elisa (@lumacaelisa) ha creato questa stampa che mi ha regalato per il mio 32esimo compleanno.
Per essere precisi è una linoleografia stampata a mano.