Serie Natura - Uccelli
Introduzione alla serie
Nella mia vita ho speso tantissimo tempo all’aria aperta. Tra i campi, nei boschi, in collina, in montagna, lungo i fiumi, in riva ai laghi, al mare.. Ogni luogo con le sue particolarità e unicità, profumi, piante, animali, rocce. Quello che mi ha sempre affascinato e colpito è stata la costante presenza di uccelli; di piccole, medie e grandi dimensioni, loro c’erano sempre. All’epoca non avevo la consapevolezza che ho maturato in questi ultimi anni, prima erano solo uccelli che volavano di qua e di la e non ci facevo tanto caso, sapevo che c’erano ma non gli davo tanto peso. Ora è diverso, ad ogni canto ad ogni verso mi fermo e osservo, ho imparato a distinguerli uno dall’altro, ne riconosco il canto nei suoi vari significati, li collego al tipo di ambiente che sto attraversando. Li vedo dappertutto.
Una delle cose che mi ha stupito di più portando le persone a camminare su sentieri di montagna è che sembra che nessuno faccia caso agli uccelli. “Quanti animali abbiamo incontrato oggi ?” “Un capriolo e due volpi”.. e tutti gli uccellini che abbiamo incontrato o ascoltato ? Non sono animali anche quelli ? Nel nostro immaginario, incontrare un’ animale selvatico nel bosco o su un pendio di una montagna vuol dire osservare i grandi mammiferi: un cervo dal palco enorme, un cinghiale con la moltitudine dei sui piccoli, una volpe, uno stambecco e cosi via. Gli uccelli li diamo per scontati e non fanno parte del nostro “interesse” perché appunto.. “ci sono sempre”, sono una costante. Non avendo interesse verso di essi non ci facciamo più caso e abbiamo perso, con il tempo, la capacità di riconoscerli, ascoltarli e capirli. Durante una camminata in mezzo alla natura, fermarsi ad ascoltare, attratti dal canto di un merlo, la vedetta del bosco, vuol dire camminare con consapevolezza, vuol dire essere consapevoli di chi vive in questo particolare ambiente e che probabilmente quel “qualcuno” ci sta dicendo qualcosa.
Il passaggio da semplice osservatore di questi esseri volanti ad appassionato è avvenuto un giorno durante la mia permanenza in Canada: stavo osservando le aquile di mare “pescare” la cena e, ad un tratto, un essere molto ma molto più piccolo ha attirato la mia attenzione. A pochi metri da dove mi trovavo, un colibrì dai colori sgargianti stava effettuando la danza dell’amore, restava li a mezz’aria in un punto fermo battendo le ali ad una velocità strepitosa e, poi di scatto si alzava perpendicolarmente di una decina di metri e poi giù a parabola fino a fermarsi nello stesso punto iniziale a mezz’aria, tutto questo ad una velocità incredibile, indirizzando il suo petto verso il sole, cosi da far scintillare le sue piume e i suoi colori e rendersi più attraente agli occhi di una femmina.
Uno spettacolo da togliere il fiato.